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All’interno del Castello di Milazzo è esposto lo scheletro del mammifero spiaggiato due anni nella città del Capo. La struttura, ideata dal biologo marino Carmelo Isgrò è un luogo magico, dove realtà e fantasia si intrecciano. Ecco il nostro racconto

ALL'INTERNO LA VIDEO INTERVISTA REALIZZATA DA ENZO LAPROVITERA

MILAZZO. Il Museo del Mare ideato da Carmelo Isgrò è un luogo magico. Un salone espositivo dove realtà e fantasia si intrecciano regalando emozioni uniche. Quelle che abbiamo provato noi redattori del giornale ComuniCare durante la nostra visita al Castello di Milazzo. Ad accoglierci è lui, Carmelo, direttore del Museo e la persona che negli ultimi due anni ha dedicato ogni singolo giorno della sua vita a questo progetto.

 

Così il 7 agosto scorso, sotto gli occhi incuriositi dei milazzesi, è stato inaugurato il MuMa. L’impatto visivo quando si entra è notevole. Sospeso al centro di una navata illuminata di blu c’è Siso. Il capidoglio che due anni fa è stato trovato spiaggiato a Capo Milazzo. Dopo una serie di problematiche legate allo smaltimento della carcassa, la rimozione è stata affidata a Carmelo Isgrò. E’ stato lui con il supporto di un amico a scarnificalo e a recuperare l’itero scheletro.
Da lì al sogno di vederlo esposto il passo è stato breve. E’ partita una raccolta fondi e dopo la concessione della struttura da parte del Comune di Milazzo il museo è stato inaugurato

Migliaia le persone che nel giro di un mese hanno deciso di visitarlo. Un posto che lascia veramente a bocca aperta. Tra realtà e immaginazione. Durante la visita in sottofondo è possibile ascoltare il verso di questi mammiferi e soprattutto è possibile vivere l’esperienza del mondo sottomarino. All’interno del museo infatti è disponibile una realtà virtuale che catapulta il visitatore in un fondale marino proprio in compagnia del capidoglio.

Nel corso della visita Carmelo ha risposto a tutte le nostre domande. Svelando i segreti del mare che lui tanto protegge e della vita di questo enorme animale. Per esempio come dormono, come vivono in gruppo e tutto quello che riguarda la loro vita sommersa. Il suo racconto è stato emozionante soprattutto quando durante la spiegazione si è soffermato davanti ad un pannello illustrativo dove sono esposte le foto con il suo amico Francesco. Il ragazzo che lo ha aiutato a scarnificare il capidoglio e che è morto in un incidente stradale qualche giorno dopo. A Francesco, che da tutti era conosciuto come Siso, Carmelo ha voluto dedicare l’interno progetto e la voglia di ridare vita al Capidoglio che porta proprio il suo nome.

In contemporanea Carmelo Isgrò ha avviato una campagna per combattere l’uso della plastica. All’interno del mammifero, infatti, è stata trovata tantissima plastica che adesso rimane esposta insieme allo scheletro. Un’iniziativa che viene portata avanti non solo dentro il Muma ma anche nelle scuole e grazie a una serie di iniziative che si sono svolte e si svolgeranno nel territorio milazzese.

Galleria fotografica a cura di Paolo Cazzola, Emiliano Favazzo, Antonella Puleo
Video Luigi Prestipino e Francesco Cona



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